Parla con LEI, un uomo ascolta “La voce delle donne”

Osserva, fissa, ascolta, dà spazio. E’ un uomo a farlo, questa volta, dimostrando che la voce dell’anima non ha genere. La ragione della campagna “Parla con LEI” , contro la violenza di genere, per superare la questione di genere.

E’ Sergio Battista a dirlo con il suo libro La Voce delle Donne, uscito a luglio per la casa editrice «Cultura e dintorni». Fotografo, da sempre diviso – o direi meglio moltiplicato – tra la musica e la fotografia, con un lungo curriculum fatto di mostre personali e collettive in Italia e all’estero, con immagini rappresentate a New York e Milano, con una pubblicazione di pregio come L’Infinita Bellezza – ritratti femminili a Roma, a cura di Mino Freda, approda ora ad una scelta che mette insieme la sua sensibilità di fotografo con quella di essere umano. Quindi non da osservatore per professione, da uomo attraversato, ferito, che ha bisogno di reagire.

Da qui nasce un libro che mette insieme immagini di donne diverse, affiancate da un testo sul tema, di cui sono autrici. Un’operazione collettiva in sostanza, voluta e realizzata da Sergio, ma alla quale partecipano sempre anche tutte le donne presenti. Per questo gli abbiamo chiesto di partecipare alla serata di apertura della campagna a TEATROCITTA’, alla vigilia della rassegna FRAMMENTI AL FEMMINILE

e con lui ancora una volta le donne che hanno partecipato a questa avventura. Tra cui le attrici Arianna Ninchi, Silvia Siravo, Ottavia Orticelli e Valentina Bernardini, che leggeranno i loro testi, e la chitarrista e splendida cantante Elena D’Elia.

Anticipando la serata, ho chiesto a Sergio di raccontarci cosa lo ha portato all’idea del libro.

L’idea è maturata semplicemente guardandomi intorno. Basti pensare che dal 2006 al 2017 ci sono stati 1760 femminicidi e molti di più sono i casi di stalking, maltrattamenti, percosse e violenze psicologiche di vario genere ai danni delle donne che non compaiono sui giornali. Purtroppo viviamo ancora in una condizione dove la cultura di riferimento rende la donna sempre degna di stare ad un gradino più basso dell’uomo, e ancora la pone in difficoltà riguardo alla libertà di scelta.

Come uomo, quale è stato il percorso che ti ha fatto approdare a questa pubblicazione?

Io da sempre ho interesse nel cercare di riportare equilibrio in tutte quelle situazioni dove è stato creato squilibrio; e questo vale per tutte le discriminazioni, che siano di natura economica, razziale e ovviamente anche sessuali. Credo che sia odioso porre una donna in una condizione di bisogno, di soggezione, impedirle di fare delle scelte in nome di un sentimento, usato come alibi per dominare la sua vita. In ogni situazione sono per l’autodeterminazione.

Hai fatto altri lavori in precedenza che si siano occupati del tema?

No, questo è il primo lavoro del genere che ho affrontato con il mio lavoro di fotografo. Precedentemente la figura femminile ha avuto le mie attenzioni solo per fini estetico-culturali (vedi il libro citato all’inizio).

Da uomo come percepisci il mondo maschile?

Credo che il mondo maschile sia più immaturo di quello femminile, e questo lo vedo ad esempio negli adolescenti. Ma anche in altre fasce di età, le ragazze sembrano avere una marcia in più. Hanno sicuramente una spiccata intelligenza emotiva e una capacità di introspezione che a buona parte del mondo maschile manca. Credo che una delle cause della violenza di genere sia proprio questa: spesso gli uomini provano un sentimento di inadeguatezza che provano a colmare con la prevaricazione e la violenza. In quel momento sono loro il sesso debole.

Quali iniziative intendi sviluppare attraverso il tuo libro?

Intendo sfruttare tutte le occasioni che si presentano per sensibilizzare su questa tematica quanto mai attuale. Ho in programma parecchie presentazioni, anche nelle scuole, partecipazioni a rassegne e festival. L’importante è parlare del problema; il silenzio sta dalla parte della violenza. Il mio scopo è quello di coinvolgere gli uomini per rendere possibile e attuabile un diverso atteggiamento culturale al problema, e mi auguro che possa essere uno strumento utile anche per le donne, per maturare la piena consapevolezza della loro unicità e l’importanza del loro ruolo nella nostra società.

Perché hai accettato di partecipare alla campagna Parla con LEI?

Perché reputo che sia fondamentale fare rete e collaborare con chiunque porti avanti questa battaglia contro il femminicidio, e questo progetto è di grande qualità, completo e di grande respiro, perché affronta il tema scegliendo la complessità, a 360 gradi, senza scorciatoie, e perciò coinvolge donne più consapevoli tanto quanto donne ancora in difficoltà, donne che vogliono mettersi in gioco come donne che hanno bisogno di essere informate, sostenute, aiutate. Ho parlato delle donne, ma è un viaggio prezioso anche per gli uomini. Anche perché sono coinvolti uomini che si sono attivati con iniziative come la mia, così come con percorsi di confronto ed esperienze illuminanti per tutti.

E’ una campagna coraggiosa, che va sostenuta assolutamente, ed io invito tutti a partecipare anche al crowdfunding. Il sostegno economico non va sottovalutato, perché una campagna culturale come questa possa riuscire al meglio. Perciò andate sul sito di produzionidalbasso.com, spendete qualche minuto per leggere il programma e versate il vostro contributo. E’ già un passo per vincere questa battalia.

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