Un giorno esisterà la fanciulla e la donna,
il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile,
ma qualcosa per sé,
qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine,
ma solo a vita reale: l’umanità femminile.
Questo progresso trasformerà l’esperienza dell’amore,
che ora è piena d’errore,
la muterà dal fondo,
la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano,
non più da maschio a femmina.
E questo più umano amore somiglierà
a quello che noi faticosamente prepariamo,
all’amore che in questo consiste,
che due solitudini si custodiscano,
delimitino
e salutino a vicenda.
Rainer Maria Rilke

E’ questa l’urgenza, oggi; non è ideologia astratta, intellettualismo alienato, puritanesimo bigotto, come pretende l’appello che arriva da intellettuali e attrici francesi. E’ un nuovo desiderio, tutto da sperimentare, di conoscersi di nuovo, di scoprirsi dentro un’umanità nuova, ritrovando gioia e desiderio nell’erotismo della scoperta. E’ la scena d’amore più bella della storia del cinema a venirmi in mente quando immagino questo nuovo incontro: quella di Zabriskie Point, nella valle desertica dove coppie e non solo si amano e si rotolano nude nella sabbia.

Ecco la libertà sessuale; altro che “molestie maldestre” segno di corteggiamento, la sensazione a volte è che senza più esercizio del potere – indipendentemente da chi lo eserciti – cada l’interesse a vivere. Suppongo che ciò dipenda dall’unico modello di relazione che conosciamo, oltre il quale non si riesce ad andare, ma di certo la fantasia e la voglia di esplorare ciò che non si conosce, quella di superare limiti e andare oltre le Colonne d’Ercole ci farà ritrovare il brivido vitale dell’avventura, segno dell’erotismo che ci pervade tutti, senza doverlo provocare attraverso viete dinamiche di sopraffazione.
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